domenica 27 maggio 2012

Molto forte, incredibilmente vicino

di Stephen Daldry
con Thomas Horn, Tom Hanks, Sandra Bullock, Max von Sydow, Jeffrey Wright, Viola Davis, Paul Klementowicz, Julian Tepper, John Goodman, Zoe Caldwell
Usa 2012


Oskar Schell è un bambino straordinario che vive un rapporto intenso con suo padre. Il seguito all'attacco delle torri gemelle il genitore perde la vita ed Oskar per caso, frugando nell’armadio, troverà una chiave che sembra avere lasciato il padre. Inizierà così una lunga ricerca nel tentativo di trovare ciò che quella chiave apre e questo lo condurrà lungo la città a conoscere molte storie, molte persone, le quali, ognuno a suo modo, hanno perso qualcosa.
Tradurre in immagini un libro intenso e di notevole successo come quello di Jonathan Safran Foer non è cosa facile. E' uno dei primi libri che ha affrontato la tragedia dell'11 settembre americano e porta con sé un forte carico emozionale. Il rischio era quello di cadere nel melenso e nel retorico. Rischio in parte avveratosi perché il film a tratti pecca di certa retorica già vista, già sentita, soprattutto nelle parti che vedono Tom Hanks e Sandra Bullock, i due genitori, particolarmente mielose ed enfatiche. Sandra Bullock in modo particolare non ha alcuna espressività necessaria al luogo che ricopre. Tom Hanks, invece, è più profondo e meno pomposo.
D'altra parte, però, il film si lascia vedere, immergendo lo spettatore nella sofferenza che Oskar vive, bambino che pare soffrire della sindrome di Asperger, ma forse è semplicemente un bambino intelligente, che soffre per una perdita così devastante. Il percorso che intraprende alla ricerca di ciò che la chiave apre, nella forte speranza di trovarvi un messaggio del papà, è dolce e doloroso allo stesso tempo. E' un modo per esorcizzare il dolore che prova, un modo per affrontarlo e per crescere attraverso gli altri. Conoscerà molte vicende umane in un percorso fatto di domande e incertezze. Oskar ha paura, usa un tamburello per tranquillizzarsi e porta dentro di sé sensi di colpa che col tempo, e grazie a questa ricerca, proverà a superare, scongiurare. Un film intenso dal significato penetrante al quale Stephen Daldry (regista di Billy Elliot, The Hours e The Reader) è comunque riuscito a dare una impronta personale e significativa. Innegabile è che queste tematiche che sulla carta hanno un certo significato e una vita propria, sulla schermo perdono quella sostanza tipica di un libro. Cadere nel sentimentalismo è facile e rischioso. E in tale retorica ci si cade un po’ per forza di cose: da una parte l’11 settembre con le sue vittime e dall’altra un bambino introverso, poco incline alla socializzazione e con fissazioni particolari che cerca un segno del padre. Thomas Horn nel ruolo di Oskar è capace ed efficace, qualcosa si perde nel doppiaggio, ma tutto l’impianto recitativo è retto da lui.


***

Pubblicato su: Cinema4stelle


2 commenti:

  1. Lo vedrò nei prossimi giorni, anche se temo molto la retorica di questo genere.
    Staremo a vedere se saranno bottigliate o no. :)

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  2. Spero di riuscire a vederlo in settimana, lo attendo da mesi!

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